Attraverso il sesto rapporto presentato pochi giorni fa in Senato, la Fondazione Gimbe ha lanciato l’allarme per lo stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale, evidenziando come i principi fondanti vale a dire universalità, uguaglianza ed equità, siano stati traditi negli ultimi quindici anni a causa di politiche sbagliate che hanno portato il Servizio Sanitario Nazionale ‘al capolinea’.
Oggi, purtroppo, bisogna fare i conti con liste d’attesa interminabili, affollamento dei Pronto Soccorso, carenza di medici, pediatri ed infermieri (per quest’ultima categoria siamo sotto la media Ocse con 6,2 contro i 9,9 europei per 1.000 abitanti) e inaccettabili diseguaglianze regionali tra nord e sud che obbligano alla migrazione sanitaria e al ricorso alla sanità privata, con notevole aggravio di spesa fino all’impoverimento delle famiglie e alla rinuncia alle cure.
La situazione critica in cui versa il Servizio Sanitario Nazionale impone coraggiose riforme e investimenti in grado di restituirgli la sua missione originale, perché se l’art. 32 della Costituzione tutela il diritto alla salute di tutti, la sanità deve essere per tutti.
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